Venerdì, sabato e domenica
sarà celebrato a Napoli, la capitale del Mezzogiorno, la mia città, il
ventiquattresimo Congresso Nazionale dei
Giovani delle Acli, il movimento giovanile dell’associazione dei lavoratori
cristiani, a cui ho dedicato un pezzetto nemmeno troppo irrilevante della mia
vita.
Quindici anni di GA, di cui,
ormai, ero diventato il “decano”, con sfottò annessi dei più giovani, ma anche
dei meno giovani delle “Acli adulte”. Ormai, ripeto io stesso in giro, non mi
resta che passare direttamente da GA alla Federazione Anziani e Pensionati.
Quindici anni da “fruitore”
di percorsi prima (ricordo ancora il mio primo, bellissimo, campo estivo a Monopoli nell’ormai lontano 2000) e poi da attore, come segretario
provinciale su Napoli (e a quel punto
sono stato io stesso, insieme a tanti altri amici, a promuovere qualche campo
estivo nazionale…) fino alla guida dell’Assemblea Nazionale, che ho vissuto
come un grande onore.
Ora, per me e per tanti
altri amici con cui ho condiviso un lungo percorso, è il tempo di passare la
mano a chi giovane lo è ancora, affinché metta le proprie energie al servizio
di altri giovani come lui e del movimento intero. GA va a Congresso, con un
paio di anni di ritardo rispetto alla tabella di marcia, ma, finalmente, va a Congresso.
Un congresso “rifondativo”, per
capire quali sono le nuove esigenze dei giovani in una società che cambia
velocemente e per elaborare nuovi modelli che possano essere utilizzati dalle
nuove generazioni per la lettura della complessità del mondo. Sarà,
soprattutto, un congresso in cui gli oltre centocinquanta delegati provenienti
da quasi tutte le regioni d’Italia potranno dirsi chiaramente, faccia a faccia, se ha ancora senso
l’associazionismo giovanile in questo Paese ed in questo tempo in cui individualismo
ed atomizzazione sociale sembrano farla da padrone.
In un momento storico in cui
praticamente tutte le associazioni giovanili italiane vivono un momento di
enorme difficoltà, per non parlare delle giovanili di partito, il congresso
nazionale di GA dovrà essere, e sarà, soprattutto una occasione di confronto
sui grandi temi che interessano i giovani, temi dai quali bisognerà ripartire
per generare cambiamento.
Viste le sollecitazioni che
sono arrivate dai congressi provinciali celebrati in giro per l’Italia,
sicuramente il punto nodale sarà il lavoro. Il lavoro che non c’è, il lavoro
precario, il lavoro malpagato. Quel “lavoro
decente” di cui parlava Benedetto XVI nella “Caritas in Veritate”, a cui
tanti giovani aspirano con trepidante attesa. Il lavoro frutto di sacrifici da
parte dei giovani e delle loro famiglie, che non sanno se i loro sforzi saranno
un giorno ripagati. Il lavoro per tutti è la prima preoccupazione dei Giovani
delle Acli, ma non è l’unica.
Tante le domande che, mi
aspetto, saranno poste e a cui i giovani stessi dovranno provare a dare una
risposta collettiva, secondo l’insegnamento di don Lorenzo Milani, per cui “il problema degli altri è uguale al mio.
Sortirne tutti insieme è politica, sortirne da soli è avarizia.” Università,
welfare, legalità, Europa, pace, multiculturalità nuove politiche per il
Mezzogiorno. Sono questi i temi che, storicamente, stanno a cuore ai giovani
delle Acli e ai Giovani delle Acli: ai ragazzi ed al movimento che li riunisce,
li coordina, li mette di fronte e da questi temi è necessario ripartire.
Riavviare il dialogo i temi,
sicuramente, ma sarà necessario scegliere di investire sulle persone, sui
nostri ragazzi. Ragazzi dai 14 ai 32 anni si incontrano, sui territori come nel
corso delle attività nazionali, per discutere, imparare insieme, crescere
insieme, confrontando le proprie esperienze di vita ed associative. Così
nascono anche dei bei processi di “benchmarking”, di diffusione delle prassi
migliori: i territori con gruppi più piccoli ed inesperti possono imparare
tanto, e tanto imparano, dai territori già più strutturati, in cui vengono
svolte attività sociali spesso di grande rilevanza, attraverso una modalità che
può essere tranquillamente definita come “co-educativa”.
Ma soprattutto, quello che
alla fine mi resterà per sempre di GA sono i rapporti umani vissuti, in tanti casi destinati a durare nel tempo,
a trasformarsi in amicizie salde e
sincere. D’altronde, cosa resterebbe di una associazione popolare se
l’aggregazione di persone non venisse considerato un obiettivo centrale? GA non
è affatto una esperienza noiosa per un giovane, tutt’altro. E’ una esperienza
che consente di mettersi in gioco, di estrapolare la propria creatività, di
divertirsi. Gli strumenti sperimentati negli anni sono tanti, e tutti vincenti:
le “agorà”, incontri di studio nazionali pensati dai giovani per i giovani; i campi
estivi sui temi più vari realizzati anche nei posti più sperduti d’Italia; le
decine di convegni, seminari, iniziative, attività a supporto delle fasce
deboli organizzati da gruppi di giovani sotto le insegne di GA nei quattro
angoli del Paese. Così i ragazzi crescono e crescono buoni dirigenti aclisti e buoni
cittadini. Che poi, alla fine della giornata, è quello che conta veramente.
Tanti amici ho trovato in questi anni di GA, a cominciare dai quattro esemplari
segretari nazionali che si sono succeduti in questo lungo periodo, Andrea Causin, Cristian Carrara, Gianluca
Budano e Peppe Failla. Con tanti
ragazzi e ragazze abbiamo passato ore e ore a discutere, litigare, sognare, divertirci,
nei luoghi più disparati d’Italia e d’Europa, dalla sperduta Tramonti di Sopra,
in provincia di Pordenone, fino a Caltanissetta, passando per Verona, Modena,
Siena e chissà quante città mi scordo. A tutti voi, che oggi magari siete
lontani delle Acli, grazie per i momenti passati insieme e per la passione che
avete impegnato, come me, in una fase più o meno lunga della vostra vita
associativa.
Lo so che due citazioni
dello stesso autore “fanno brutto” all’interno dello stesso testo, ma a volte è
necessario fare uno strappo alla regola. “Volevo
anche scrivere sulla porta "I don't care più", ma invece "me ne care ancora molto” scrisse don
Milani al suo figlio spirituale Francuccio Gesualdi, il 4 aprile 1967. Anche a
me di GA “me ne care” ancora molto ed auspico che tutte le Acli, ad ogni
livello possano “care”, avere a
cuore, i Giovani delle Acli negli anni a venire.
A tutti voi, a tutti noi, buon
congresso dei Giovani delle Acli.
Michele M. Ippolito
Presidente uscente dell’Assemblea
Nazionale dei Giovani delle Acli
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