giovedì 12 giugno 2014

XXIV Congresso GA Napoli: ricordando un'esperienza

Venerdì, sabato e domenica sarà celebrato a Napoli, la capitale del Mezzogiorno, la mia città, il ventiquattresimo Congresso Nazionale dei Giovani delle Acli, il movimento giovanile dell’associazione dei lavoratori cristiani, a cui ho dedicato un pezzetto nemmeno troppo irrilevante della mia vita.
Quindici anni di GA, di cui, ormai, ero diventato il “decano”, con sfottò annessi dei più giovani, ma anche dei meno giovani delle “Acli adulte”. Ormai, ripeto io stesso in giro, non mi resta che passare direttamente da GA alla Federazione Anziani e Pensionati.
Quindici anni da “fruitore” di percorsi prima (ricordo ancora il mio primo, bellissimo, campo estivo a Monopoli nell’ormai lontano 2000) e poi da attore, come segretario provinciale su Napoli (e a quel punto sono stato io stesso, insieme a tanti altri amici, a promuovere qualche campo estivo nazionale…) fino alla guida dell’Assemblea Nazionale, che ho vissuto come un grande onore.
Ora, per me e per tanti altri amici con cui ho condiviso un lungo percorso, è il tempo di passare la mano a chi giovane lo è ancora, affinché metta le proprie energie al servizio di altri giovani come lui e del movimento intero. GA va a Congresso, con un paio di anni di ritardo rispetto alla tabella di marcia, ma, finalmente, va a Congresso. Un congresso “rifondativo”, per capire quali sono le nuove esigenze dei giovani in una società che cambia velocemente e per elaborare nuovi modelli che possano essere utilizzati dalle nuove generazioni per la lettura della complessità del mondo. Sarà, soprattutto, un congresso in cui gli oltre centocinquanta delegati provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia potranno dirsi chiaramente, faccia a faccia, se ha ancora senso l’associazionismo giovanile in questo Paese ed in questo tempo in cui individualismo ed atomizzazione sociale sembrano farla da padrone.
In un momento storico in cui praticamente tutte le associazioni giovanili italiane vivono un momento di enorme difficoltà, per non parlare delle giovanili di partito, il congresso nazionale di GA dovrà essere, e sarà, soprattutto una occasione di confronto sui grandi temi che interessano i giovani, temi dai quali bisognerà ripartire per generare cambiamento.
Viste le sollecitazioni che sono arrivate dai congressi provinciali celebrati in giro per l’Italia, sicuramente il punto nodale sarà il lavoro. Il lavoro che non c’è, il lavoro precario, il lavoro malpagato. Quel “lavoro decente” di cui parlava Benedetto XVI nella “Caritas in Veritate”, a cui tanti giovani aspirano con trepidante attesa. Il lavoro frutto di sacrifici da parte dei giovani e delle loro famiglie, che non sanno se i loro sforzi saranno un giorno ripagati. Il lavoro per tutti è la prima preoccupazione dei Giovani delle Acli, ma non è l’unica.
Tante le domande che, mi aspetto, saranno poste e a cui i giovani stessi dovranno provare a dare una risposta collettiva, secondo l’insegnamento di don Lorenzo Milani, per cui “il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica, sortirne da soli è avarizia.” Università, welfare, legalità, Europa, pace, multiculturalità nuove politiche per il Mezzogiorno. Sono questi i temi che, storicamente, stanno a cuore ai giovani delle Acli e ai Giovani delle Acli: ai ragazzi ed al movimento che li riunisce, li coordina, li mette di fronte e da questi temi è necessario ripartire.
Riavviare il dialogo i temi, sicuramente, ma sarà necessario scegliere di investire sulle persone, sui nostri ragazzi. Ragazzi dai 14 ai 32 anni si incontrano, sui territori come nel corso delle attività nazionali, per discutere, imparare insieme, crescere insieme, confrontando le proprie esperienze di vita ed associative. Così nascono anche dei bei processi di “benchmarking”, di diffusione delle prassi migliori: i territori con gruppi più piccoli ed inesperti possono imparare tanto, e tanto imparano, dai territori già più strutturati, in cui vengono svolte attività sociali spesso di grande rilevanza, attraverso una modalità che può essere tranquillamente definita come “co-educativa”.
Ma soprattutto, quello che alla fine mi resterà per sempre di GA sono i rapporti umani vissuti, in tanti casi destinati a durare nel tempo, a trasformarsi in amicizie salde e sincere. D’altronde, cosa resterebbe di una associazione popolare se l’aggregazione di persone non venisse considerato un obiettivo centrale? GA non è affatto una esperienza noiosa per un giovane, tutt’altro. E’ una esperienza che consente di mettersi in gioco, di estrapolare la propria creatività, di divertirsi. Gli strumenti sperimentati negli anni sono tanti, e tutti vincenti: le “agorà”, incontri di studio nazionali pensati dai giovani per i giovani; i campi estivi sui temi più vari realizzati anche nei posti più sperduti d’Italia; le decine di convegni, seminari, iniziative, attività a supporto delle fasce deboli organizzati da gruppi di giovani sotto le insegne di GA nei quattro angoli del Paese. Così i ragazzi crescono e crescono buoni dirigenti aclisti e buoni cittadini. Che poi, alla fine della giornata, è quello che conta veramente. Tanti amici ho trovato in questi anni di GA, a cominciare dai quattro esemplari segretari nazionali che si sono succeduti in questo lungo periodo, Andrea Causin, Cristian Carrara, Gianluca Budano e Peppe Failla. Con tanti ragazzi e ragazze abbiamo passato ore e ore a discutere, litigare, sognare, divertirci, nei luoghi più disparati d’Italia e d’Europa, dalla sperduta Tramonti di Sopra, in provincia di Pordenone, fino a Caltanissetta, passando per Verona, Modena, Siena e chissà quante città mi scordo. A tutti voi, che oggi magari siete lontani delle Acli, grazie per i momenti passati insieme e per la passione che avete impegnato, come me, in una fase più o meno lunga della vostra vita associativa.
Lo so che due citazioni dello stesso autore “fanno brutto” all’interno dello stesso testo, ma a volte è necessario fare uno strappo alla regola. “Volevo anche scrivere sulla porta "I don't care più", ma invece "me ne care ancora molto” scrisse don Milani al suo figlio spirituale Francuccio Gesualdi, il 4 aprile 1967. Anche a me di GA “me ne care” ancora molto ed auspico che tutte le Acli, ad ogni livello possano “care”, avere a cuore, i Giovani delle Acli negli anni a venire.
A tutti voi, a tutti noi, buon congresso dei Giovani delle Acli.

Michele M. Ippolito
Presidente uscente dell’Assemblea Nazionale dei Giovani delle Acli

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